sabato 13 febbraio 2010

RECENSIONE "L ANIMA GEMELLA" FILM SERGIO RUBINI COMMENTI

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L'ANIMA GEMELLA



ANNO: Italia 2002






GENERE: Commedia






REGIA: Sergio Rubini






CAST: Valentina Cervi, Michele Venitucci, Violante Placido, Sergio Rubini, Dino Abbrescia, Alfredo Minenna, Rino Diana, Maria De Fano.






DURATA: 96 '






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TRAMA: Salento. Teresa (Valentina Cervi) si sente bruttina al cospetto della cugina Maddalena (Violante Placido), innamorata e ricambiata da Tonino (Michele Venitucci). Il ragazzo, costretto dalla famiglia a sposare la perfida ma ricchissima Teresa, sull'altare sceglie alla fine di seguire il suo cuore, provocando le ire della promessa sposa che decide di vendicarsi a colpi d magia nera...


GIUDIZIO: Il suggestivo ed assolato paesaggio del salento fa da sfondo alla sesta pellicola, presentata a Venezia nella sezione "Controcorrente", dell'attore e regista pugliese Sergio Rubini. Il cineasta nostrano confeziona una sorta di favola, basata su una storia d'amore, divertendosi a mescolare la magia con la realtà, l' invidia con la bontà e la dolcezza con la cattiveria. Il plot è semplice: il giovane Tonino, da sempre perdutamente invaghito di Maddalena, bella ma povera, è costretto dalla famiglia a sposare la perfida e ricchissima Teresa, cugina di Maddalena; ma davanti all'altare fugge fra le braccia della sua innamorata suscitando le ire di Teresa che, con un incantesimo di magia nera, assume le sembianze dell'invidiata rivale riuscendo a strapparle il bel Tonino con l' inganno. Come in ogni favola che si rispetti il lieto fine è però in agguato: Tonino infatti, guardando con gli occhi dell' amore, riconosce la sua "anima gemella" anche sotto mentite spoglie, ed ancora una volta l'amore trionfa. Rubini ha voluto raccontarci una fiaba, approfondendo ed estremizzando alcuni aspetti della cultura pugliese in cui permangono tuttora vive alcune tradizioni e credenze ancestrali, utilizzando espressioni dialettali come simbolo di una realtà in cui alligna ancora la magia. Il regista riesce ad amalgamare la materia in modo equilibrato ed omogeneo, realizzando un film nell'insieme gradevole, ben sceneggiato e, soprattutto, ben interpretato. Da sottolineare inoltre la sua scelta di lasciare volutamente spazio a giovani attori più o meno noti per ritagliarsi un ruolo marginale ma significativo, quello di Angelantonio, barbiere pasticcione ed affarista, con cui si conferma, qualora fosse necessario, uno fra i maggiori talenti dell' odierno cinema italiano. Una scena  del film da qui